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FORUM  sulla  Compressione
discusso in originale nella sezione del Gruppo "I Flebologi Italiani"
presente nel sito web "https://www.facebook.com/groups/flebologitaliani"

Post n. 1

Giuseppe Botta ha scritto l'8 gennaio 2009 alle ore 7,47
1) In una paziente operata di CHIVA 1, è indicata la compressione elastica dell'arto inferiore subito dopo l'intervento
2) Se ritenete di sì, quale classe di compressione ritenete sia la più indicata per il tipo di intervento praticato?
 
Post n. 2

Marcello Donati ha scritto il 10 gennaio 2009 alle ore 3,53
Professore io non comprimerei, altrimenti il drenaggio invertito della vena Safena Interna (effetto post CHIVA 1) verrebbe annullato e ciò impedirebbe la costituzione della perforante di rientro con spostamento della crosse (crosse su un piano funzionale si intende) ad un livello pìù basso e quindi in ultima analisi di costituire un sistema drenante.
 
Post n. 3

Giuseppe Botta ha scritto il 10 gennaio 2009 alle ore 4,09
Caro Marcello, quello che dici è vero. Ma, trattandosi di pazienti giovani o comunque deambulanti, (altrimenti la Chiva non ha senso), non pensi che una leggera elastocompressione, ad esempio con un gambaletto da 18 mm di Hg alla caviglia, possa migliorare la funzionalità della pompa muscolare del polpaccio e quindi favorire la direzionalità del sangue dalla superficie in profondità nelle vene perforanti di gamba, senza nuocere all'eventuale rientro del sangue in una perforante centrata sull'asse safenico?
 
Post n. 4

Marcello Donati ha scritto il 10 gennaio 2009 alle ore 4,19
Non posso che essere d'accordo con Lei. Se però, come Lei ha specificato, tale compressione è limitata al polpaccio, meglio un gambaletto. Volevo sottolineare comunque che bisogna mantenere il sistema venoso superficiale in attività e che quindi l'elastocompressione in questo caso ha un significato diverso rispetto a quella poststripping. La Sua precisazione mi sembra opportuna, perché in effetti far usare un gambaletto fino a 18 mmHg alla caviglia può certamente aiutare il deflusso ortodromico dell'asse safenico almeno nella porzione inferiore della safena e quindi favorire la tanto sospirata apertura della perforante di rientro.
 
Post n. 5

Giuseppe Botta ha scritto il 10 gennaio 2009 alle ore 8,07
E' proprio così, caro Marcello.
 

   

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