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FORUM  sulla  Terapia  Medica
discusso in originale nella sezione del Gruppo "I Flebologi Italiani"
presente nel sito web "https://www.facebook.com/groups/flebologitaliani"

Post n. 1

Giuseppe Botta ha scritto il 10 Gennaio 2009 alle 8.14
Cosa pensate realmente della Fitoterapia, cioè dell'utilizzo delle sostanze vegetali somministrate per via orale, nel trattamento dei lievi disturbi, magari solo estivi, della IVC superficiale?
 
Post n. 2

Maurizio Marchetti ha scritto il 30 Gennaio 2009 alle 10.26
E' strano che nessuno partecipi a questo argomento, allora qualche considerazione per iniziare. Credo che l'attenzione posta sia troppo indirizzata su presenza di reflusso o no. In realtà esistono tanti quadri di IVC senza evidenza di reflussi (ehi rileggiamoci qualche vecchio testo come il Martorell) quasi sempre su base costituzionale, a volte secondari (eccesso ponderale, cattive abitudini di vita, alterazioni della postura oltre che dell'appoggio, sindrome premestruale, ecc) che a mio avviso possono beneficiare, se non altro sul piano sintomatico, della fitoterapia. Personalmente uso associazioni di principi, con accettabili risultati di benefici, soprattutto in tutte queste condizioni in cui per lo più non è tollerata la contenzione elastica. Che ne pensate?
 
Post n. 3

Marcello Donati ha scritto il 30 Gennaio 2009 alle 12.46
Io sono convinto che la fitoterapia, nelle combinazioni più varie delle sostanze presenti in commercio, sia un ausilio estremamente valido in numerosi pazienti flebopatici, per attenuare i disturbi dell'IVC. Ho notato che molti pazienti riferiscono una attenuazione fino addirittura alla quasi totale scomparsa della sintomatologia,soprattutto negli stadi iniziali della malattia. Penso anzi che la ricerca in questo campo potrebbe fornirci farmaci ancora più efficaci nella prevenzione dell'insorgenza delle manifestazioni cliniche dell'IVC. Il modello emodinamico proposto da Franceschì è molto affascinante, ha certamente una grande validità. ma non credo che possa cosiderarsi l'unica spiegazione dell'insorgenza dell'IVC, l'elemento biologico costituzionale è fondamentale e quindi la fitoterapia può giocare un ruolo importante.
 
Post n. 4

Giuseppe Botta ha scritto il 30 Gennaio 2009 alle 14.27
Caro Marcello, non ho da aggiungere altro al tuo pensiero e al tuo argomentare, se non che "in natura" sono presenti tutte le sostanze utili e talora anche necessarie a correggere "le anomalie di funzionamento di quella splendida macchina, che è l'organismo umano. Il non utilizzare questi principi attivi, solo perché l'industria del farmaco impone o vuole imporre le sue "regole" ed i suoi "profitti" opponendosi finanche alla presenza degli eventuali concorrenti nelle nostre manifestazioni congressuali, non è certamente giusto, né fa a mio modesto parere il reale interesse dei pazienti, soprattutto di quei pazienti che riferiscono una attenuazione fino addirittura alla quasi totale scomparsa della sintomatologia, soprattutto negli stadi iniziali della malattia da IVC superficiale, come giustamente Tu fai notare. Il fatto che circa il 40% di un campione di medici di medicina generale, da noi intervistati prima del congresso nazionale di Flebologia che si tenne a Fermo nel 2005, dichiarò di utilizzare le sostanze vegetali per i loro pazienti flebopatici, la dice lunga su quella che è poi la realtà del mercato italiano in questo campo. Ti saluto con grande affetto.
 
Post n. 5

Marcello Donati ha scritto il 31 Gennaio 2009 alle 7.58
Carissimo Prof. Botta, sono felice che Lei la pensi come me in merito all'industria del farmaco, alle sue "regole" ed ai "profitti" che purtroppo, come Lei fa notare, arrivano a comandare anche le sessioni scientifiche dei Congressi ed anche gli Editorial Board delle riviste aggiungo io, con grave nocumento per l'indipendenza dell'attività di ricerca. Questo atteggiamento sta già minando la credibilità di molti colleghi, incrinando l'integrità del rapporto di fiducia medico-paziente. Ed allora? Ed allora: "Fuori i mercanti dal tempio!!!" dico io. Dovremmo probabilmente tutti insieme cercare di limitare la "dittatura" dell'industria (del farmaco, ma anche di numerosi "device" in chirurgia) per mantenere l'indipendenza di giudizio dei ricercatori. Ne và del futuro dei pazienti e della classe medica in senso lato. Ma ne và anche della nostra dignità di medici!
 
Post n. 6

Guido Arpaia ha scritto il 7 febbraio 2009 alle 7.09
Caro Giuseppe, ricorderai quanto fui impressionato dalla esperienza della visita all'azienda di San Sepolcro! I metodi, la tecnologia, le tecniche di purificazione e concentrazione dei principi attivi sono veramente avanzate e l'esperienza "dei secoli" ne giustifica l'utilizzo anche oggi. Quale il problema allora? La sana competizione! Il farmaco, quello vero intendo, ha dietro di sé non solo la ricerca di base e la sperimentazione che lo porta alla commerciabilità, ma anche la ricerca clinica, che ne sancisce l'efficacia nel trattamento di una malattia o nel controllo dei suoi sintomi e la assenza di effetti collaterali significativi. Purtroppo non si trova in giro molta letteratura ben fatta che dimostri in maniera incontrovertibile l'efficacia dei fitoterapici. Le aziende che li producono e li commercializzano non credo abbiamo molto interesse a partecipare e sostenere questo tipo di ricerca, per lo meno non l'hanno dimostrata quelle da me contattate. Eppure si tratterebbe di sperimentazioni semplici, che potrebbero avere dietro le spalle l'avallo ed il sostegno di un Centro Universitario, per es. quello di Siena, e che sicuramente a mio avviso potrebbero dimostrare e confermare che questo tipo di terapia è non solo efficace ma anche economica, naturale e pressoché priva di controindicazioni. Probabilmente di più di molti integratori!
 
Post n. 7

Paolo Santoro ha scritto l'8 febbraio 2009 alle 8.24
Ritengo che la cura di una malattia costituzionale possa mirare a rallentarne l'evoluzione e a limitarne le complicanze e non è poco!!!. Non esiste una terapia etiologica, ma solo sintomatica. Se quindi un principio attivo o una buona associazione di questi ottiene il risultato di migliorare la qualità di vita modificando anche oggettivamente i parametri di giudizio... ben venga!!!!
 

   

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