FORUM sull'Ulcera Venosa
discusso in originale nella sezione del Gruppo "I Flebologi Italiani"
presente nel sito web
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Post n. 1 Giuseppe Botta ha scritto il 7 febbraio 2010 alle ore 15,14 Secondo Voi, è proprio necessario ricorrere alle medicazioni avanzate nella cura di un'ulcera varicosa? Se, invece, ritenete che l'intervento chirurgico o scleroterapico o il più moderno trattamento obliterativo dei tronchi safenici possa risolvere la lesione ulcerativa cutanea, preferite eseguirlo immediatamente o a guarigione avvenuta dell'ulcera? |
Post n. 2 Grazia Dipaola ha scritto il 7 febbraio 2010 alle ore 16,29 Non credo che le medicazioni avanzate da sole siano in grado di risolvere un'ulcera venosa. La base del trattamento di questo tipo di lesioni è senza dubbio la correzione dell'alterazione emodinamica che l'ha determinate. Non ritengo necessario aspettare che l'ulcera guarisca per intervenire, dal momento che l'atto sia esso chirurgico, scleroterapico o endovascolare ha proprio come obbiettivo quello di favorire se non determinarne la guarigione. Tuttavia, se l'ulcera è infetta, sarebbe necessario risolvere l'infezione o perlomeno ridurre la carica microbica prima di intervenire. |
Post n. 3 Mimmo Guarnaccia ha scritto il 10 marzo 2010 alle ore 22,19 Chi presenta un'ulcera flebostatica è di solito una paziente molto trascurata con poca disponibilità economica. Solitamente non si attiene alle indicazioni terapeutiche. Di medicazioni avanzante neanche a parlarne per il costo elevato. Preferisce l'ospedalizzazione. Io credo che un bendaggio a doppio o triplo strato con benda all'ossido di zinco + cumarina + bende a corto allungamento ben confezionato sia sufficientire per indirizzare l'ulcera verso la guarigione. La correzione chirurgica può precedere o seguire la guarigione dell'ulcera indifferentemente. |
Post n. 4 Stefano Ermini ha scritto il 10 marzo 2010 alle ore 22,49 Sono d'accordo con entrambi. Intervenire solo se non c'è una linfoadenopatia inguinale importante, altrimenti rimandare. Il problema patogenetico dell'ulcera venosa è nell'aumento della pressione transmurale, legato a sua volta ad una ipertensione venosa ortodinamica. Il bendaggio regolarizza la pressione transmurale attraverso un aumento della pressione tissutale, ma non fa niente sulla ipertensione ortodinamica, quindi l'interruzione degli shunt è ovviamente più efficace, in quanto agisce direttamente sulla ipertensione ortodinamica (là dove è possibile!). |
Post n. 5 Giuseppe Botta ha scritto il 17 marzo 2010 alle ore 18,24 Azzardo l'ipotesi che il liquido interstiziale in eccesso possa in qualche modo disturbare il flusso arterioso a livello del capillare e quindi la risoluzione dell'edema, legata al bendaggio, possa in qualche modo migliorare, se non ripristinare del tutto, il flusso ematico, favorendo così il passaggio transmurale di ossigeno prezioso per le cellule in sofferenza ischemica. Che ne pensi? |
Post n. 6 Stefano Ermini ha scritto il 17 marzo 2010 alle ore 19,57 Il problema non mi è molto chiaro. Gli arteriopatici stanno meglio con le gambe basse, perchè così sommano la pressione idrostatica a quella arteriosa. L'insufficienza venosa aumenta la pressione sul versante venoso del capillare, ciò crea edema per aumento della pressione transmurale sul versante venoso, ma facilita l'irrorazione sul versante venoso per lo stesso motivo (la pressione transmurale dovrebbe essere positiva sul versante arterioso (OK irrorazione) e negativa su quello venoso (OK drenaggio). Un bendaggio forse, oltre ad aumentare la pressione tissutale, comprime le vene superficiali creando allo stesso tempo miglioramento del drenaggio ed aumento della pressione venosa. Ma che ruolo gioca il riflesso arteriolo capillare? Insomma Giuseppe, solo ipotesi ... ma intanto si chiacchera e si sta insieme ... |
Post n. 7 Giuseppe Botta ha scritto il 17 marzo 2010 alle ore 22,34 Hai toccato un nervo scoperto: ricordi l'assioma di Bassi "deambulazione e compressione". Giustamente Tu fai notare che gli arteriopatici stanno meglio con le gambe basse, ma quando stanno a riposo, cioè in posizione supina; il bendaggio invece funziona quando si cammina ... vacci a capire qualcosa!! E' che l'organismo umano è qualcosa di dinamico, di mutevole, è in "divenire" più che in "essere" (ricordi Anassimene e il suo maestro Anassimandro) e le condizioni cliniche sono cangianti, mutevoli, sotto l'influsso di fattori che a noi possono sembrare insignificanti, ma che in realtà sono in grado di amplificare la risposta cellulare e cambiare il corso della malattia. |